lunedì 11 febbraio 2013

W Carnevale!



Domani è martedì grasso, l’ultimo giorno di “Carnevale”, e un classico di questa festa sono le frittelle dolci: impasti semplici, forme e nomi di fantasia … e poi … un tuffo nell’olio bollente, da cui riemergono, in un baleno, in superficie, chiedendo solo una ricca spolverata di zucchero a velo o semolato.
Allegre, saporite, festose, addirittura trasgressive: queste definizioni ben si adattano alle frittelle, che, non per niente, sono il simbolo stesso del Carnevale. Non c’è zona d’Italia che non abbia una o più ricette tipiche.
Da una piccola ricerca, risulta che la cucina regionale italiana ne registra almeno 200 tipi diversi: o, per meglio dire, ogni zona ha le proprie, con le varianti presenti nel territorio.

Si tratta, in generale, di dolci molto semplici, che hanno nomi diversi e si assomigliano un po’ tutti nella composizione. La più evidente di queste somiglianze-differenze riguarda le frittelle di sfoglia, stesa sottile e fritta, che in Lombardia sono chiamate chiacchiere, ma, a seconda delle regioni, diventano lattughe, gale, galani, crostoli, crostoi, frappe, sfrappole, fiadoni, chiacchiere di suore, cenci, donzelle, donzellini, nastri, fiocchi, nastrini, galoni, fiori, nodi, gongoli, bugie…
Può variare un po’ il modo di tagliarle, ma la ricetta base resta, più o meno, la stessa.
Questi nomi, e tanti altri ancora, indicano sempre uno stesso tipo di impasto, in cui cambiano solo alcuni ingredienti, ma la base resta sempre la stessa: farina 00, uova, zucchero, burro, panna o latte, vino o liquore.
Decidiamo di realizzare una ricetta di chiacchiere garantita per i risultati che consente di raggiungere.

Ingredienti:
1 kg di farina 00
4 uova grandi
150 gr. di panna dolce (o più)
150 gr. di burro fuso
1 cubetto di lievito di birra
1 pizzico di sale

Impastare tutti gli ingredienti; stendere la sfoglia il più sottile possibile, ritagliare le chiacchiere a rettangoli con due tagli sopra, fare lievitare e friggere in olio bollente. Scolarle, sistemarle su carta da cucina per assorbire l’eccesso di unto e cospargerle di zucchero a velo.


Possiamo dividere l’impasto in tocchetti da colorare con le gelatine colorate per dolci, per dare più allegria ai prodotti: bianco, rosso, arancio, etc. e dar forme diverse alle chiacchiere. Nascono dalle nostre mani frappe rettangolari, trecce, fiocchi, gale, coriandoli, stelle filanti, nidi di tagliatelle multicolori, fiori tricolori che, una volta fritti, divengono simili a ninfee.

“Chi vuol esser lieto sia, del diman non c’è certezza” scriveva Lorenzo il Magnifico, riferendosi alla giovinezza ed invitandoci a dimenticare dolori e affanni, sia pure per un breve periodo. La stagione del carnevale è tutto questo: divertimento, gioia, gioco, canti, balli …!


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