giovedì 14 febbraio 2013

San Valentino: un amore di menu!



La torta a forma di cuore.
E anche quest’anno è arrivato il 14 febbraio: che ci piaccia o no, San Valentino è sempre una ricorrenza particolare, vuoi che la si intenda all’americana, come festa dei sentimenti condivisa con amici e innamorati, vuoi all’italiana maniera, come festa degli innamorati. A noi piace interpretarla come una festa dei buoni sentimenti e abbiamo quindi deciso di realizzare una cena tematica, ovviamente a forma di cuore!
Partendo dagli antipasti, abbiamo realizzato dei cuoricini doppi di pane per tramezzini farciti con mousse di tonno, giardiniera, uovo sodo, capperi, olive nere, sale, pepe, prezzemolo, su di un letto di insalatina variegata per colori e forme.

Cuor di tramezzini!

Sempre per gli antipasti, dei muffins salati al formaggio, farciti e/o decorati con mousse di formaggio morbido, tipo quark o philadelphia, rucola e salmone.

Muffins salati a forma di cuore...

Come primo piatto abbiamo utilizzato le farfalle da noi stesse fatte a mano, realizzando degli sformatini con zucca, taleggio, uovo e grana.

Sformatini di pasta con zucca e taleggio...
Per dolce dei muffins con crema pasticciera alla vaniglia e al cacao, decorati con fiori di marzapane e una torta grande a forma di cuore.

Muffins dolci!

Buon San Valentino a tutti!

lunedì 11 febbraio 2013

W Carnevale!



Domani è martedì grasso, l’ultimo giorno di “Carnevale”, e un classico di questa festa sono le frittelle dolci: impasti semplici, forme e nomi di fantasia … e poi … un tuffo nell’olio bollente, da cui riemergono, in un baleno, in superficie, chiedendo solo una ricca spolverata di zucchero a velo o semolato.
Allegre, saporite, festose, addirittura trasgressive: queste definizioni ben si adattano alle frittelle, che, non per niente, sono il simbolo stesso del Carnevale. Non c’è zona d’Italia che non abbia una o più ricette tipiche.
Da una piccola ricerca, risulta che la cucina regionale italiana ne registra almeno 200 tipi diversi: o, per meglio dire, ogni zona ha le proprie, con le varianti presenti nel territorio.

Si tratta, in generale, di dolci molto semplici, che hanno nomi diversi e si assomigliano un po’ tutti nella composizione. La più evidente di queste somiglianze-differenze riguarda le frittelle di sfoglia, stesa sottile e fritta, che in Lombardia sono chiamate chiacchiere, ma, a seconda delle regioni, diventano lattughe, gale, galani, crostoli, crostoi, frappe, sfrappole, fiadoni, chiacchiere di suore, cenci, donzelle, donzellini, nastri, fiocchi, nastrini, galoni, fiori, nodi, gongoli, bugie…
Può variare un po’ il modo di tagliarle, ma la ricetta base resta, più o meno, la stessa.
Questi nomi, e tanti altri ancora, indicano sempre uno stesso tipo di impasto, in cui cambiano solo alcuni ingredienti, ma la base resta sempre la stessa: farina 00, uova, zucchero, burro, panna o latte, vino o liquore.
Decidiamo di realizzare una ricetta di chiacchiere garantita per i risultati che consente di raggiungere.

Ingredienti:
1 kg di farina 00
4 uova grandi
150 gr. di panna dolce (o più)
150 gr. di burro fuso
1 cubetto di lievito di birra
1 pizzico di sale

Impastare tutti gli ingredienti; stendere la sfoglia il più sottile possibile, ritagliare le chiacchiere a rettangoli con due tagli sopra, fare lievitare e friggere in olio bollente. Scolarle, sistemarle su carta da cucina per assorbire l’eccesso di unto e cospargerle di zucchero a velo.


Possiamo dividere l’impasto in tocchetti da colorare con le gelatine colorate per dolci, per dare più allegria ai prodotti: bianco, rosso, arancio, etc. e dar forme diverse alle chiacchiere. Nascono dalle nostre mani frappe rettangolari, trecce, fiocchi, gale, coriandoli, stelle filanti, nidi di tagliatelle multicolori, fiori tricolori che, una volta fritti, divengono simili a ninfee.

“Chi vuol esser lieto sia, del diman non c’è certezza” scriveva Lorenzo il Magnifico, riferendosi alla giovinezza ed invitandoci a dimenticare dolori e affanni, sia pure per un breve periodo. La stagione del carnevale è tutto questo: divertimento, gioia, gioco, canti, balli …!


domenica 10 febbraio 2013

Grano arso e colori alla riscossa!







Orecchiette di grano arso con le cime di rape!

In tempi ormai remoti, quando il grano si mieteva a mano, le stoppie venivano bruciate e di chicchi, pochi, caduti a terra, si bruciacchiavano anch’essi: i latifondisti, magnanimi, concedevano ai contadini il privilegio di raccogliere questi chicchi e di tenerli per sé. I chicchi, macinati, davano come risultato una farina decisamente più scura di quella tradizionale, che serviva per preparare vari tipi di pasta e focacce. È questa l’origine della “farina di grano arso”, recentemente tornato alla ribalta in cucina: quella odierna è una farina diversa dal passato, essendo quella derivata da chicchi bruciati potenzialmente cancerogena; pertanto oggi si tratta semplicemente di grano tostato al punto giusto per ottenere il tipico sentore di affumicato. Per far risaltare il caratteristico gusto di questa pasta è opportuno abbinarla a condimenti dal sapore delicato.  

Vari tipi di farina...

Uno degli allievi che impasta...
Mica male eh!
La pasta si ottiene nel solito modo, cioè impastando farina, acqua e un po’ di sale; il pane miscelando farina, acqua tiepida, lievito e sale. Una sola avvertenza: bisogna miscelare due parti di farina di grano duro o tenero con una parte di farina di grano arso, per ottenere la giusta quantità di glutine.
Nel nostro laboratorio di cucina a Casa Carbotti, abbiamo preparato le orecchiette di grano arso e le abbiamo condite nella maniera più tradizionale, con le cime di rape.
Ovviamente ci siamo dilettati anche nella preparazione della pasta all'uovo tradizionale, in versione tagliatelle e fusilli. 


E siamo andati oltre nella lezione successiva con la “pasta all’uovo colorata”, peraltro molto adatta al carnevale! Il giallo ottenuto aggiungendo lo zafferano, il nero col nero di seppia il verde con un passato di bietole, il rosso con il concentrato di pomodoro, il rosa con un passato di rape rosse, il marrone con il cacao. Ovviamente questa pasta colorata può prendere tutte le forme tradizionali della pasta all’uovo, la cosa più divertente è che è un bel colpo d’occhio nel piatto. I cavatelli, ad esempio, li abbiamo poi conditi con un ragù di carciofi e pancetta. 



La cosa fantastica è stato vedere come anche i maschietti abbiano imparato a lavorare l’impasto e a dargli forma!