Domani è martedì
grasso, l’ultimo giorno di “Carnevale”, e un classico di questa festa sono le
frittelle dolci: impasti semplici, forme e nomi di fantasia … e poi … un tuffo
nell’olio bollente, da cui riemergono, in un baleno, in superficie, chiedendo
solo una ricca spolverata di zucchero a velo o semolato.
Allegre, saporite,
festose, addirittura trasgressive: queste definizioni ben si adattano alle
frittelle, che, non per niente, sono il simbolo stesso del Carnevale. Non c’è
zona d’Italia che non abbia una o più ricette tipiche.
Da una piccola
ricerca, risulta che la cucina regionale italiana ne registra almeno 200 tipi
diversi: o, per meglio dire, ogni zona ha le proprie, con le varianti presenti
nel territorio.
Si tratta, in
generale, di dolci molto semplici, che hanno nomi diversi e si assomigliano un
po’ tutti nella composizione. La più evidente di queste somiglianze-differenze
riguarda le frittelle di sfoglia, stesa sottile e fritta, che in Lombardia sono
chiamate chiacchiere, ma, a seconda
delle regioni, diventano lattughe, gale, galani, crostoli, crostoi, frappe,
sfrappole, fiadoni, chiacchiere di suore, cenci, donzelle, donzellini, nastri,
fiocchi, nastrini, galoni, fiori, nodi, gongoli, bugie…
Può variare un po’
il modo di tagliarle, ma la ricetta base resta, più o meno, la stessa.
Questi nomi, e
tanti altri ancora, indicano sempre uno stesso tipo di impasto, in cui cambiano
solo alcuni ingredienti, ma la base resta sempre la stessa: farina 00, uova,
zucchero, burro, panna o latte, vino o liquore.
Decidiamo di
realizzare una ricetta di chiacchiere garantita per i risultati che consente di
raggiungere.
Ingredienti:
1 kg di farina 00
4 uova grandi
150 gr. di panna
dolce (o più)
150 gr. di burro
fuso
1 cubetto di
lievito di birra
1 pizzico di sale
Impastare tutti gli
ingredienti; stendere la sfoglia il più sottile possibile, ritagliare le
chiacchiere a rettangoli con due tagli sopra, fare lievitare e friggere in olio
bollente. Scolarle, sistemarle su carta da cucina per assorbire l’eccesso di
unto e cospargerle di zucchero a velo.
Possiamo dividere
l’impasto in tocchetti da colorare con le gelatine colorate per dolci, per dare
più allegria ai prodotti: bianco, rosso, arancio, etc. e dar forme diverse alle
chiacchiere. Nascono dalle nostre mani frappe rettangolari, trecce, fiocchi,
gale, coriandoli, stelle filanti, nidi di tagliatelle multicolori, fiori
tricolori che, una volta fritti, divengono simili a ninfee.
“Chi vuol esser lieto sia, del diman non c’è certezza”
scriveva Lorenzo il Magnifico, riferendosi alla giovinezza ed invitandoci a
dimenticare dolori e affanni, sia pure per un breve periodo. La stagione del
carnevale è tutto questo: divertimento, gioia, gioco, canti, balli …!